Quali frontiere per il Marketing attuale?

Il mercato odierno è in sempre più rapida ed “incontrollabile” evoluzione, tanto che le strategie pensate oggi, già domattina saranno antiquate o superate. I paradigmi del marketing tradizionale per la maggior parte dei nuovi guru del marketing sembrano addirittura riferiti all’età della pietra e sconfessati dagli accadimenti evolutivi. Il nuovo Marketer è l’esperto del digital web, dei social e dell’on-line marketing; è il manager che meglio di chiunque altro conosce l’Homo Digitalis.

I visionari (contemporanei) parlano di era 4.0 dove la legge dell’Ubiquity (cosa che da sempre è appartenuta solo ad un Entità soprannaturale ma che oggi, per molti, sembra essere un punto fermo) governa processi, decisioni e atti d’acquisto.

Ma veramente siamo destinati a costruire i nostri rapporti sulle E-relations (basate appunto sul web) oppure per molti di noi (nati nel secolo scorso) vale ancora la H-relations ovvero la relazione umana costituita di contatti visivi e vicinanza fisica?

Personalmente, andando controcorrente rispetto al pensiero generale, ritengo che un siffatto mondo di transazioni impersonali e di mancanza di relazioni dirette sia destinato ad uno sviluppo esponenziale ma altrettanto certamente ritengo non potrà sostituirsi all’esigenza antropologica dell’uomo di contatti sociali (reali) e alla necessità di poter vedere o poter toccare prodotti, oggetti o quanto desiderato.

Faccio un altro passaggio: è pur vero che le tradizionali segmentazioni e i raggruppamenti per target omogenei stanno venendo meno per il fatto che la trasversalità dei consumi, i cambiamenti nell’attitudini all’acquisto e la globalizzazione, per così dire, creano commistione di abitudini e contaminazione negli stili di vita ma è altrettanto condivisibile che ogni individuo, come consumatore, si evolve in maniera indipendente e con ritmi di “apprendimento” e attitudini al cambiamento diverse.

Ciò detto, benché tutti noi in un “futuro presente” saremo sempre più ubiqui e informatizzati (la penetrazione dei devices ha subito delle impennate impensabili sino a qualche anno fa, tant’è che i luoghi di aggregazione o gli hotel, ad esempio, debbono costantemente implementare le performance delle loro reti) non potremo pensare di eliminare le relazioni personali ed il contatto fisico.
E’ vero che il marketing tradizionale sta cedendo spazio al NOT marketing, ovvero ad un sistema sempre più integrato di scambi di esperienze, di informazioni e di valutazioni ma tutto ciò non potrà avvenire solo in rete, proprio in virtù della natura umana.

Come si potrebbe pensare di sostituire la “shopping experience” o il “marketing esperienziale” con un “cyber marketing” o con una “digital experience”?
Mi spiego meglio: come mai molti consumatori stanno tornando alle origini, fruendo proprio di contesti esperienziali unici e diretti per ritrovare emozioni e sensazioni che sembravano dimenticate o sostituite dalla logica internettiana?

Aggiungo, estremizzando: possiamo pensare, seguendo questa evoluzione, di realizzare i nostri viaggi o le visite a nuovi luoghi con un semplice click, sfruttando i devices e risparmiando?
Ancora: sempre più il consumatore moderno si approccia al mercato come un consumAutore e su questo aspetto le aziende debbono riflettere per non perdere l’opportunità di realizzare progetti, prodotti e servizi customizzati sul consumAutore ma tangibili e sperimentabili dal vivo.

La nuova P del marketing (non tanto nuova peraltro) è People, come dice il buon Kolter che forse qualcosa ci può insegnare, inteso come driver che decide cosa, come e quando acquistare, senza alcun possibile giogo imposto dal venditore: P sceglie ed acquista e le aziende dovranno rivedere le loro logiche di vendita, anche in termini di ubicazione.

Il “Virtual Placement” non potrà sostituire il Placement fisico così come se non ci saranno aspetti valoriali a supporto della “unique selling proposition” non potranno sussistere né fidelizzazione né “Customer retention”, tantomeno se lo scenario virtuale non sarà supportato dall’esperienza reale.

Michele Moroni
Empeiria Partner
Marketing&Sales Advisor

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