L’economia globalizzata degli ultimi anni ha portato le aziende a competere in ambienti sempre più complessi ed in continuo cambiamento. La globalizzazione dei mercati finanziari, la crescita tecnologica unitamente alle preoccupazioni sull’ambiente ed alla volatilità dell’economia stanno creando sia nuove minacce, sia nuove opportunità per tutti.
Questo, impone alle aziende un continuo adeguamento per continuare a competere e prosperare piuttosto che semplicemente sopravvivere o peggio scomparire.
Purtroppo, troppo spesso le aziende non si rendono pienamente conto dell’urgenza di cambiamento che questi trend impongono e continuano a vivere del compiacimento dei risultati del passato.
Inoltre il management, tipicamente focalizzato sui risultati di breve periodo e molto competente nelle attività di pianificazione, allocazione risorse, controllo del raggiungimento delle milestone ed obbiettivi, è invece impreparato nello stabilire una visione del futuro e nel tradurla in realtà con l’imprescindibile supporto del proprio team che deve essere adeguatamente motivato.
Inoltre, aspetti quali la mancanza di esperienza nella gestione dei processi di continuo cambiamento, piuttosto che una cultura troppo focalizzata all’interno dell’azienda, una burocrazia paralizzante, politiche “parrocchiali” attuate da alcuni a scapito dell’interesse generale dell’azienda o la paura del nuovo, portano inevitabilmente verso il fallimento ogni eventuale sforzo profuso per adeguarsi ai cambiamenti del mercato.
Da qui la necessità di avere non più solo un management capace di far bene, ma anche di avere una leadership aziendale in grado di fare le cose giuste.
Di fatto, secondo le analisi compiute a partire dal 2002 dal Hay Group, le cosiddette Top Companies For Leadership, cioè quelle aziende che più curano ed investono nella qualità della propria leadership, hanno maggiore possibilità di adeguarsi ai cambiamenti dei mercati ed ottengono ritorni superiori rispetto i competitors.
In particolare, tra quanto di più significativo emerso con lo studio del 2009, cito il valore strategico che queste aziende danno al talent management come un asset strategico dell’azienda e alla necessità di creare una cultura aziendale basata sullo sviluppo della leadership a tutti livelli coinvolgendo i leader più senior nella preparazione dei più giovani.
Nell’ambito dello sviluppo della leadership esistono tuttavia parecchi modelli e se si ricercasse la parola leadership su Google, si troverebbero 460 Milioni di risultati.
Tra i tanti autori Dave Ulrich ha il merito di aver sintetizzato un gran numero di studi identificando le regole essenziali che governano quello che i gran leader fanno, indipendentemente dal settore o dell’area geografica in cui operano. Queste regole sono state schematizzate in un modello basato su cinque pilastri in cui un leader deve eccellere.
Questo semplice modello, che copre il 60% ÷ 70% di ciò che deve fare un leader (la parte rimanente sono elementi strettamente legati alla situazione contingente), può essere quindi utilizzato sia per la determinazione del livello di leadership nella propria azienda con opportuni test, sia come guida nello sviluppo delle competenza stessa.
Essendo la leadership non un fatto legato alla posizione ricoperta, ma piuttosto alla scelta individuale di voler fare la differenza per cambiare le cose in meglio, questo modello può quindi essere utilizzato a tutti i livelli aziendali.
Conoscere queste semplici regole consente di poter modellare i propri comportamenti per avere successo come leader ma anche per riuscire a supportare efficacemente le aziende nel guardare sempre avanti, preparandole oggi alle sfide che il domani riserva loro.